Soggetti proponenti
Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione (Udine); Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia (Trieste); Istituto nazionale “Ferruccio Parri” (INSMLI). Rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea.
Con il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine.
In collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia; la Società filosofica italiana – Sezione Friuli Venezia Giulia; L’Istituto “Livio Saranz” di Trieste; il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine; il Liceo scientifico “N. Copernico” di Udine.
Destinatari
Insegnanti della Scuola secondaria di primo e secondo grado e liberi uditori.
Descrizione del corso
La proposta va incontro ad alcune esigenze. Innanzitutto si tratta di recuperare uno spazio ampio di approfondimento sulla storia dell’Italia repubblicana, la cui conoscenza è decisiva per la comprensione del presente, per la formazione civile e l’orientamento sociale degli allievi, ma ancora poco studiata in classe. Il corso si propone dunque di offrire gli strumenti per riuscire a insegnare questa storia con uso a tutto campo delle fonti, da quelle d’archivio alle canzoni, dalla pubblicità al cinema, dalla letteratura all’arte. Inoltre, la scelta di approfondire lo studio degli anni Sessanta, che sicuramente vanno inseriti in una periodizzazione di portata più lunga e spazialmente più ampia, risponde alla necessità di esaminare compiutamente la rivoluzione antropologica e culturale innescata sia dalla crescita economica e produttiva di quegli anni, la cosiddetta società dei consumi, sia dalle contraddizioni in essa contenuta con l’avvio troppo incerto di una stagione di riforme sociali e politiche a cui si approderà soltanto nel decennio successivo.
In quegli anni si formavano nuovi modelli culturali di riferimento, dalla musica ai primi movimenti aggregativi di scopo (ambientalismo, difesa dei diritti, antimilitarismo), a quelli di genere (femminismo, movimenti giovanili) che trovarono impreparate le forze politiche del tempo.
Tutto ciò fu riflesso di importanti processi che si misero in moto proprio negli anni Sessanta, a iniziare dal ruolo che ha esercitato il Concilio Vaticano secondo nel mondo cattolico, oppure la prima breve fase di distensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica successiva alla crisi internazionale di Cuba. Sono temi che riguardano una storia di cinquant’anni fa e che deve progressivamente entrare nella prassi didattica spesso ancora relegata a deboli e sommativi accenni, anche perché molti modelli comportamentali, di gusto e di genere nati in quel periodo sono ancora presenti sia pure nella loro evoluzione e trasformazione. I fatti storici degli Anni Sessanta non possono lasciare indifferenti. Il decennio si apre con le XVII Olimpiadi di Roma, simbolo della rapida ricostruzione italiana, e si chiude con il primo uomo sulla luna, ma è anche segnato dalla Crisi di Cuba, dall’invasione sovietica della Cecoslovacchia, dalla Rivoluzione culturale di Mao, il movimento dei Non allineati e la guerra nel Vietnam. Se poi lo sguardo si sposta al caso italiano, gli anni Sessanta vanno dal neoautoritarismo del governo Tambroni, al varo dell’esperienza politica del Centrosinistra, fino alla strage di piazza Fontana. Non si devono dimenticare gli effetti delle nuove lotte sindacali anche alla luce dei fenomeni migratori italiani, interni e verso l’estero, come pure della nascita del movimento studentesco che muove i suoi primi passi come soggetto sociale proprio in occasione dell’alluvione di Firenze del novembre 1966.
In tutto il mondo la rivolta studentesca trovò il proprio epicentro nelle università. Furono messi in discussione il sistema di potere presente nella scuola e nella società e, insieme, i contenuti del sapere dominante, attraverso quella che si configurò come una radicale “critica dell’ideologia borghese”. L’omogeneità ideologica che fu la caratteristica del movimento di rivolta sul piano internazionale e che ne costituì il comune denominatore può essere ricondotta a un nucleo essenziale, composto da un insieme d’istanze rivoluzionarie d’impronta egualitaria e libertaria, umanista e radicale.
Tra i fenomeni più significativi del Sessantotto va annoverato l’affermarsi delle donne come soggetto sociale e politico, portatore di diritti e di una propria concezione del mondo, distinta da quella maschile.
Importanti novità si aggiungono in quegli anni nel campo musicale con una diffusione ancor più immediata e popolare delle correnti beat, rock e pop, con i gruppi musicali italiani che importano i maggiori successi anglo americani, con lo sviluppo della corrente dei cantautori e la nascita della canzone di protesta e d’impegno politico. Parimenti si assiste a uno svecchiamento nelle proposte e nelle produzioni teatrali in Italia e in Germania ma anche una maggiore diffusione del teatro per mezzo delle produzioni e riduzioni televisive del classici della letteratura mondiale. Nel campo artistico gli anni Sessanta sono quelli della pop art, neo dada, arte informale, arte concettuale, cioè una forte tendenza sperimentalista e di avanguardia.
Struttura del corso
Il corso si articola in due fasi. La prima di carattere informativo e la seconda di
carattere laboratoriale. Si svolgerà nell’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale “N. Copernico”, via Planis 25, Udine.
Obiettivi specifici
- Fornire approfondimenti critici tramite ricerche bibliografiche
- Mettere a disposizione materiali multimediali per l’individuazione di percorsi didattici efficaci sui focus tematici suggeriti grazie all’implementazione della piattaforma degli Istituti storici proponenti.
- Proporre strategie didattiche innovative ed efficaci per un approccio consapevole dei nessi molteplici tra storia nazionale e internazionale
Mappatura delle competenze sviluppate
- Attraverso il modello di ricerca – azione implementare la ricerca e la sperimentazione di proposte e pratiche didattiche.
- Progettare e organizzare le situazioni di apprendimento con attenzione alla relazione tra strategie didattiche e contenuti disciplinari.
- Sviluppare un approccio critico, consapevole e attivo alla cultura, alle tecniche e ai linguaggi dei media.
- Redigere un dossier del percorso di ricerca – azione svolto e dei materiali prodotti.
Modalità di svolgimento
Il corso di formazione si articola in otto incontri di due ore e di due incontri di tre ore per un numero complessivo di ventidue ore. Gli incontri prevedono approfondimenti tematici e laboratori didattici con presentazione di materiali, percorsi didattici, itinerari di ricerca.
Programma
1. lezione – martedì 7 febbraio 2017, ore 15.30 -17.30.
- Gianluca Volpi (Università di Udine), I “magnifici” Sessanta: speranze, illusioni e crisi.
2. lezione – martedì 14 febbraio 2017, ore 15.30 – 17.30.
- Mario Robiony (Università di Udine), L’Italia del “miracolo economico”: dai successi alle occasioni mancate.
- Tiziano Sguazzero (Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione), Diritti civili e laicità nell’Italia repubblicana degli anni Sessanta.
3. lezione – martedì 21 febbraio 2017, ore 15.30 – 17.30
- Ariella Verrocchio (direttrice scientifica Istituto “Livio Saranz” di Trieste), Italiane e italiani al lavoro. Gli anni del boom.
- Javier Grossutti (Swinburne University of Tecnology), Le migrazioni nell’Italia repubblicana degli anni Sessanta.
4. lezione – giovedì 2 marzo 2017, ore 15.30 -17.30.
- Luigi Ganapini (Università di Bologna), Dalle magliette a righe agli eskimo. Movimenti giovanili nell’Italia in trasformazione.
5. lezione – martedì 7 marzo 2017, ore 15.30 -17.30.
- Enrico Petris (Società filosofica italiana sez. FVG), I profeti del ’68.
- Beatrice Bonato (presidente Società filosofica italiana sez. FVG), L’altra contestazione. Il femminismo negli anni Sessanta.
6. Laboratorio didattico – martedì 14 marzo 2017, ore 15.00-18.00
- Cesare Grazioli (Istituto per la storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), 1958-1968 Dieci anni di storia italiana nelle canzoni.
7. Lezione – martedì 21 marzo 2017, ore 15.30-17.30.
- Mario Brandolin (critico e operatore teatrale), La nuova scena teatrale.
8. Laboratorio didattico – martedì 28 marzo 2017, ore 15.00 – 18.00.
- Benedetto Parisi (regista Centro Espressioni Cinematografiche di Udine), Raccontare gli anni Sessanta attraverso il cinema.
9. Laboratorio didattico – martedì 4 aprile 2017, ore 15.30-17.30.
- Giampaolo Borghello (Università di Udine), Fare memoria: “Cercando il ‘68”.
10. Laboratorio didattico – martedì 11 aprile 2017, ore 15.30-17.30.
- Marco Plesnicar (archivista e ricercatore, Gorizia), La riforma liturgica e l’attuazione del Concilio Vaticano II: una lettura storica.
- Enrico Bacchetti (direttore Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’Età contemporanea), Interessi economici e problemi di sicurezza: il caso Vajont.
La partecipazione al corso è riconosciuta mediante attestato valido ai fini della formazione in servizio dei docenti in quanto l’Irsml-Fvg di Trieste e l’Ifsml di Udine sono associati all’Istituto nazionale “Ferruccio Parri”. Rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, agenzia formativa accreditata dal MIUR secondo le procedure di conformazione previste.
Il corso è gratuito. Durante le lezioni saranno distribuiti materiali per l’approfondimento dei temi trattati. Alla fine del corso sarà distribuito un questionario sul gradimento del corso. Seguirà un’azione di monitoraggio sui percorsi didattici elaborati dai docenti inerenti ai contenuti delle lezioni.
Per informazioni e pre – iscrizione scrivere ai curatori e responsabili del corso:
prof. Roberto Spazzali (Irsml – Fvg di Trieste) spazzalir@gmail.com
prof.ssa Chiara Fragiacomo (Ifsml di Udine) didattica@ifsml.it