Sono a disposizione nel nostro Istituto materiali e strumenti sul tema “Il Giorno del Ricordo” presenti nelle Province di Udine e Gorizia. In questa sezione, inoltre, si segnalano le attività e le iniziative in corso promosse dall’ IFSML.
Documenti:
La relazione della Commissione italo-slovena sui rapporti tra i due paesi fra il 1880 e il 1956, in “Storia Contemporanea in Friuli”; , n°31 anno XXX-2000, pp. 9-35.
La Commissione storico-culturale, di cui è qui riportata la Relazione finale, è stata istituita nel 1993 dai Ministeri degli Esteri della Slovenia e dell’Italia. Composta da quattordici studiosi italiani e sloveni, aveva lo scopo di fare il punto sui risultati della ricerca storica finora effettuata nei due Paesi sul tema dei reciproci rapporti. La Relazione conclusiva, approvata all’unanimità dai quattordici componenti, fu presentata il 25 luglio 2000 ai rispettivi Ministeri degli Esteri, e resa pubblica dal Ministero degli Esteri italiano il 4 aprile 2001, quando fu integralmente pubblicata dal quotidiano triestino “Il Piccolo”. Essa, però, non fu ripresa a livello nazionale né provocò quel dibattito che si ritiene ancora necessario e che era lecito aspettarsi. L’Istituto friulano la ripropone nella sua Rassegna, ritenendo con questo di offrire un servizio ai suoi lettori e un contributo al dibattito storico.
I temi della relazione:
Nazionalismi, il”fascismo di frontiera”, la guerra e lo smembramento della Jugoslavia, l’annessione della Slovenia, il movimento di liberazione, foibe e deportazioni, l’esodo.
Testi
Le Foibe istriane del settembre-ottobre 1943 (pp 57-58); Trieste 1945: le violenze durante l’occupazione jugoslava (pp. 183-185), in Buvoli – F. Cecotti – L. Patat (a cura di) “Atlante storico della Lotta di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Una Resistenza di confine 1943-1945”, Udine 2006.
Zdenko Cepic, Damijan Guštin, Nevenka Troha, “La Slovenia durante la seconda guerra mondiale“, Udine, IFSML, 2012.
In Slovenia la seconda guerra mondiale ebbe inizio il 6 aprile 1941 con l’aggressione della Germania e dell’Italia alla Jugoslavia. Dopo la disfatta dell’esercito jugoslavo la Slovenia venne divisa e spartita tra i quattro stati occupanti: Germania, Italia, Ungheria e, per una parte minore, lo Stato indipendente Croato. Il regime di occupazione fu caratterizzato dai più diversi atti di violenza esercitati nei confronti della popolazione (uccisioni, arresti, internamenti, espulsioni) con lo scopo di annientare gli sloveni come popolo e come nazione. La risposta fu la nascita di un movimento di resistenza organizzato e condotto dal Fronte di liberazione del popolo sloveno, l’Osvobodilna Fronta. Ad esso aderirono organizzazioni che si richiamavano a tutti gli orientamenti politici e sociali, fra le quali divenne forza trainante e determinante il Partito comunista. Tra gli obiettivi e i programmi della lotta di liberazione ci fu anche la realizzazione di profondi cambiamenti nel campo sociale e nella gestione del potere statale. Oltre alle forze di occupazione e a quelle della resistenza, fu presente nella guerra in Slovenia una terza componente, quella dei domobranci, collaborazionisti delle forze occupanti contro il movimento di liberazione. Nel maggio del 1945, terminato il conflitto, il potere politico venne assunto dal Fronte di Liberazione, che dappertutto vide come forza egemone il partito comunista.