Presentazione libro: “Le biblioteche nell’Italia fascista” a cura di Carlo De Maria

L’Autore dialogherà con  lo storico Fabio Verardo

L’Autore spiega come la politica e l’amministrazione bibliotecaria, il controllo e la promozione della pubblica lettura ben rappresentino alcuni dei «problemi specifici» della realtà storica del fascismo. L’attenzione del regime non si concentrò solo sulle biblioteche governative, ma si indirizzò anche a quelle comunali, provinciali, per arrivare alle “bibliotechine” scolastiche e rurali, dove esercitava una «funzione nazionale» finalizzata al prestigio, alla formazione culturale e al controllo sociale.Il governo fascista fu in grado di accogliere per la prima volta alcune delle esigenze degli operatori delle biblioteche italiane, evidenziando così la necessità di approfondire una riflessione sulle esperienze professionali di tipo tecnico-specialistico e sul loro rapporto con la politica durante il Ventennio fascista. L’Autore nel corso del suo studio sottolinea che «Negli anni Trenta la riorganizzazione delle biblioteche popolari e il nuovo impulso dato dalle soprintendenze bibliografiche delinearono “una via italiana alla biblioteca pubblica”, che rimaneva, tuttavia, inevitabilmente staccata da ogni idea di autonomia locale, allontandando drasticamente l’esperienza italiana dal modello anglosassone della public library».